martedì 19 maggio 2009

Blog in manutenzione

Il Blog verrà presto aggiornato con una nuova veste e con nuove "rime"...

(nel frattempo leggetevi quelle già pubblicate)

domenica 25 gennaio 2009

Franco Beltrano "il chitarrista"

Con il 2009 iniziamo sul Blog un nuovo filone di rime... quelle dedicate ai personaggi di Tessano "presenti" e "passati" ...
Voglio sottolineare che i nomi che incontrerete, sono nomi di persone vere, che mio nonno ha voluto citare nelle sue rime, e molti (quelli che ancora erano in vita quando le ha scritte) hanno letto, apprezzato e cordialmente "dato l'assenso" per queste rime...
Qualora qualcuno non sia compiaciuto se questi nomi compaiano nelle rime a seguire, il sottoscritto si scusa in anticipo e invita a mandare una mail, prontamente la rima in questione sarà rimossa...
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“Franco Beltrano il Chitarrista”

Un personaggio da ricordare, che a Tessano ha portato onore, e da elogiare,
non possiamo dimenticare un artista che davvero sa suonare.
Un grande chitarrista di Tessano, è ancora il professor Franco Beltrano.
Da quando siamo nati, in paese sempre assieme siamo stati.
Lui ha avuto sempre una passione, suonare la chitarra da campione.
Ancora era ragazzino, me lo ricordo, aveva sempre in mano un chitarrino.
Anche se solo di due anni ero più grande, le nostre simpatie erano tante.
Si stava sempre assieme nel paese, io un po’ più grande gli tiravo sempre le difese.
Lui aveva il pallino di suonare, io l’avevo pure, ma di cantare.
Aveva imparato per davvero, lo può testimoniare il paese intero.
Ogni sera non smetteva mai di suonare, noi tutt’intorno a lui ad ascoltare.
Io e compare Ciccio Provenzano cantavamo, stornelli e serenate col Beltrano.
Il Beltrano suonava che era un piacere, noi si cantava ad alta voce tutte le sere.
A scuola a Cosenza a piedi doveva andare, con sacrifici ma doveva studiare.
Quando finalmente si è diplomato, una bella chitarra, il padre Luigi gli ha comprato.
Ha poi incominciato ad insegnare, ed ad una scuola di montagna è dovuto andare.
Anche d’inverno a piedi a Tornarizzo andava, un bastone sempre in mano lui portava.
Poi a Tessano si è avvicinato, un insegnante con i fiocchi era diventato.
Tutti lo chiamavano professore, c’era riuscito con tanti sacrifici e col suo sudore.
Facendo l’insegnante continuava a suonare con passione, con la chitarra era ormai un campione.
Se d’estate a Cosenza venivano compagnie teatrali,
il Beltrano con gli amici, sempre presenti e puntuali.
A quelli dell’orchestra lo hanno presentato e il professore che ci sapeva fare,
i presenti a bocca aperta ha fatto restare.
Chiunque di talento che passava dal Rendano, voleva conoscere il professor Beltrano.
Spesso veniva invitato per suonare e fare conoscenza, al teatro Rendano di Cosenza.
Dopo averlo sentito suonare, ogni orchestra se lo voleva portare.
È stato invitato anche alla Scala di Milano, questo talento del professor Beltrano.
Tanti contratti ha dovuto rifiutare, al S. Carlo, alla Fenice, alla Favorita non è voluto andare.
Che meraviglia sentirlo suonare, lo volevano anche al Petruzzello di Bari.
Ecco perché ho scritto queste frasi, per non dimenticare questi rari casi.
Un chitarrista come il nostro paesano, deve rimanere nella storia di Tessano.
Come si fa a metterlo da parte e dimenticare, un talento come questo si deve sempre ricordare.
Siamo cresciuti assieme, ci siamo voluti bene per davvero,
per lui ho grande stima e simpatia, sono sincero.
Mi ricordo come fosse stato ieri, ti saluta il tuo grande amico Eugenio Ciardullo il Cantoniere.
Accetta questo omaggio dal tuo grande amico che ti ha sempre voluto bene veramente,
tu mi conosci, ciò che ho scritto è verità e rimarrà sempre presente.

Tessano : Ottobre 2000

martedì 30 dicembre 2008

S. Eugenio

AL MIO CARO NONNINO AUGURI DI BUON ONOMASTICO...
TE LO DICO IN RIMA, ERI UN NONNO FANTASTICO...

domenica 21 dicembre 2008

BUON NATALE

BUON - NATALE

Buon Natale con tutto il cuore, a figli, generi, nipotini e nuore.
Uniti tutti insieme è tanto bello, ognuno di voi per me è come un gioiello.
Oggi è la festa più bella del Mondo, diamoci la mano e facciamo un giro tondo.
Non smetto mai di amarvi, insieme a voi mi sento un leone, vi abbraccio tutti e vi do la santa benedizione.


Nonno e padre felice mi sento per davvero, il merito è tutto vostro, non per vantarvi, ma questo è tutto vero.
Anche vostra madre per voi si fa in quattro, vi vanta, vi difende e fa anche qualcos’ altro.
Tanti auguri per altri cento anni ancora, ricordatevi di noi, anche quando non sarà più qui la nostra dimora.
Allora figli miei, voletevi sempre bene, sarete felici e forti, come anelli di catene.
Le vostre premure per me e vostra madre sono da lodare, apprezziamo perciò il vostro dire e anche il vostro fare.
E’ bello scambiarci gli auguri con tanto amore, di questa armonia gioiosa ringranziamo il Bambino Gesù nostro Signore.


Tessano : 25 Dicembre 2000

Preghiera di Natale

Preghiera per il pranzo del “ Santo Natale “
Da recitare ogni anno, prima di iniziare a mangiare.


Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e così sia
benedici questo cibo e le nostre famiglie o Signore e non andar via.

Grazie o Signore di averci protetto e conservato sino a questo momento
e di averci permesso anche quest’anno di essere assieme in questo lieto evento.

Vogliamoci sempre bene, è tutto ciò che vale
il Signore ne sarà contento e ci dirà anche Lui Buon Natale.

Le preghiere le abbiamo dette, a tutti buon appetito
non vi siete ancora accorti che questo secolo è già finito ? ……….

Il duemila è già arrivato, del nuovo millennio si sente l’odore
Ti preghiamo Gesù Bambino, in tutto il mondo ci sia la pace , ascoltaci Signore.

Quando il nonno Eugenio non ci sarà più
a ricordare le preghiere sarai proprio tu !


Tessano 25 Dicembre 1999

domenica 23 novembre 2008

PER IL COMPLEANNO DI FEDERICA E VALENTINA

E' Novembre e quindi il 22 e il 24 è rispettivamente il compleanno di Valentina e Federica... Ricordiamo una delle poesie di nonno scritte per l'occasione nel 2000...



Da parte di nonno per il compleanno delle nipotine


Buon compleanno a Federica e a Valentina, ecco a voi la mia letterina.
Nonno Eugenio l’ha scritta anche quest’anno, per augurarvi Buon Compleanno.
Questa del duemila ha un particolare significato, un nuovo millennio è iniziato.
Che questo secolo vi porti fortuna, il Signore vi dia gioia, amarezze nessuna.
Ogni anno che passa vi fate sempre più belle, per tutti noi siete due bellissime stelle.
Tutti i vostri cari si sono messi in fila, per augurarvi Buon Compleanno del duemila.
Buon Compleanno da mamma e papà, vi augurano sempre gioia e tanta felicità.
Zia Maria Teresa, zio Oreste, Michele e Roberto gli auguri vi danno,
vi vogliono sempre più bene augurandovi Buon Compleanno.
Federica sei cresciuta, sei sempre più bella, non è di meno Valentinella.
Nonno Eugenio e nonna “Rafela”, che siete belle lo sanno,
vi augurano Buon Compleanno anche quest’anno.
Da tutti noi presenti e assenti, auguri affettuosi dal profondo del cuore,
Buon Compleanno ve lo augura anche il Signore.

Tessano : Novembre 2000

domenica 26 ottobre 2008

LA SILA

La rima di questo mese è quella che mio nonno Eugenio ha voluto dedicare ad una risorsa calabrese eccellente...
“La Sila”

L’altopiano della Sila è straordinario e bello veramente, lo dice tutta la gente.
Ce lo invidiano da tutto il mondo e chiunque c’è andato, di nuovo è ritornato.
Sia d’estate che d’inverno, la Sila è sempre affollata, lo afferma la gente che c’è stata.
Da ogni parte e da ogni continente, in tutte le stagioni arriva tanta gente.
Ci sono piante secolari, la pineta è meravigliosa, dico poco dicendo grandiosa.
Ci sono tre laghi, tre meraviglie, ci sostano sempre turisti ed intere famiglie.
Un territorio immenso, grandioso, il suo clima è davvero meraviglioso.
La sua aria è ossigeno puro, chi la respira, la sua salute mette al sicuro.
Se poi si parla delle sue sorgenti, sono le migliori di tutti i continenti.
L’acqua della Sila da tutti è nominata, con altre sorgenti non può essere paragonata.
A tutte le fontane della Sila, a qualunque ora c’è sempre fila.
Da ogni parte si arriva per prendere l’acqua silana, inevitabile la sosta alla fontana.
Quando ti fai di quell’acqua una bevuta, ti senti rinascere, per grazia ricevuta.
In tutti i giorni della settimana, c’è sempre gente alla fontana.
Dall’aria e dall’acqua ti senti aggredito, e a chiunque arriva l’appetito.
In Sila le giornate passi con piacere, il vino e l’acqua non lasci mai di bere.
Se accendi il barbecue per arrostire la pancetta, nessuno rifiuta la sua fetta.
A carte e a bocce, ognuno si fa una giocata, una bella mangiata e passa la giornata.
Io ci vado spesso con piacere, andateci, ve lo consiglia Eugenio Ciardullo il Cantoniere.
Ti dispiace quando devi rientrare, pensi già a quando ci devi ritornare.
Il territorio della Sila è immenso, diciamo grande, più delle stelle sono le sue piante.
Si può paragonare ad un territorio Canadese, ne è orgoglioso ogni Calabrese.
Con Oreste, Serafino e la famiglia riunita, quando si va in Sila ti senti felice, altro che gita.
C’è chi parte presto per andare ai laghi a pescare, che trote che si possono pigliare.
Quando viene il tempo dei rositi, ci vanno le mogli, i figli ed anche i mariti.
I funghi si trovano a quintali, ogni specie, i porcini sono particolari.
Se uno raccoglie i “vavusi” piccolini, sono buoni sott’olio dentro i boccaccini.
In Sila si fa una grande produzione di patata speciale, una raccolta colossale.
Vengono richieste nell’Italia intera, sul posto si fa la sagra ed anche la fiera.
C’è anche una grande produzione di formaggi e salami, piacciono anche agli americani.
Ne vanno in tutto il mondo, sono prodotti ricercati, tanto saporiti ed anche molto pregiati.
La Sila è conosciuta in tutti i continenti, per l’aria, i suoi prodotti e le sue imparagonabili sorgenti.


Tessano : Luglio 2000

domenica 7 settembre 2008

LA CANTINA

Riprendiamo dopo le vacanze sulla scia delle rime che abbiamo lasciato: luoghi del passato... In queste rime troverete anche alcuni nomi del passato che vengono menzionati, sono tutti personaggi di Tessano che a volte sono importanti per la rima quindi non potevano essere non nominati...é un modo diverso di raccontare la "storia di Tessano", quella storia di "secondo piano" che tanti oramai non più ricordano e che i più anziani tramandavano nei loro racconti ai nipoti, così come ha fatto anche mio nonno con me...
DA QUESTO MESE LE RIME SARANNO A CADENZA MENSILE...
Un saluto ai lettori - Michele.

“La Cantina”

La cantina era il ritrovo del passato, da quasi tutti gli uomini era frequentato.
Tutti potevano entrare, non ti dovevi tesserare, la serata ci potevi passare.
Ma se non eri maggiorenne, non potevi entrare, non ti facevano passare.
La ricordo sempre a Pulsano, vicino al tabacchino di Tessano.
Se volevi un quarto di vino o avevi sete, entravi e trovavi il gestore Francesco Prete.
Era un uomo massiccio, alla Profenna abitava, alla mano destra due dita gli mancavan.
Il vino era buono, genuino, lo produceva il gestore Prete che era contadino.
Ogni pomeriggio a piedi arrivava, apriva la cantina, fino a tardi si giocava.
Quando portava il vino, due barili, con l’asinello, lo faceva assaggiare a questo e a quello.
L’asinello fuori lo legava, fino alla chiusura della cantina, e non ragliava.
Si giocava a briscola, a scopa e a tressette, qualcuno si “arrocciulava” le sigarette.
Il trinciato forte si usava e la cartina, tutte le sere si giocava alla cantina.
Di solito si giocava a due tavoli otto persone, tutti assieme facevano il “padrone”.
Ma di otto persone che il “padrone”si faceva, solo in pochi il vino si beveva.
Alla fine di ogni serata chi si ubriacava, chi con la gola secca se ne andava.
Mi ricordo le gridate, quando un giocatore sbagliava la giocata.
Ogni tanto qualcuno degli otto, si beccava qualche cazzotto.
Di solito questi erano sempre gli stessi, attacca brighe e fessi.
C’erano quelli che mai mancavano, Bisallo e Paglialunga sempre giocavano.
Tanti e tanti altri, i nomi non hanno importanza, non è per dimenticanza.
Dopo tanti anni il gestore è cambiato, mastro Gaetano Cirolia è subentrato.
Il Cirolia, diplomatico, ci sapeva fare, non voleva vedere la gente litigare.
Alla banda musicale lui era un clarinista, alla cantina un gestore pacifista.
Poi ha deciso di lasciare, lo ha fatto con piacere, perché con l’asino doveva lavorare.
Al suo posto Santo Brogno è arrivato, per tanti anni gestore lui è stato.
Al bancone tutti in fila c’erano: il litro, il mezzo litro e anche il quartino.
Il Brogno aveva l’abitudine di bere spesso un bicchiere di vino, ma piccolino.
Gli facevano buona compagnia, Bisallo,Paglialunga e ‘Ntoni u stuartu, non è una bugia.
Durante la gestione di Santo Brogno, c’era davvero un allegria,
se mancava il quarto uomo era lui che giocava in compagnia.
Per fare consumare assai vino, portava olive al forno, castagne e anche il lupino.
Antonio Miceli detto ‘Ntoni u stuartu u cacciature, purtava carne e gattu pè fritture.
E sacchette eranu sempre gonfiate, purtava mile, pire e castagne ’nfurnate.
Quannu vidia ca c’eranu gente ‘mbriacate, cacciava da sacchetta na cartata,
aspettava il momento adatto, dentro la cartata c’era a capu de nu gattu,
sentie le risate, accompagnate da tante miagolate.
Non sono fesserie, son tutte cose vere, ve lo ricorda Eugenio Ciardullo il Cantoniere.

Tessano : Maggio 2000

domenica 3 agosto 2008

BUONE VACANZE

BUONE VANCANZE A TUTTI QUANTI...
UOMINI, DONNE, PICCINI E GRANDI.

CI RITROVIAMO QUI A SETTEMBRE...
CON LE RIME DEL CANTONIERE COME SEMPRE.

CIAO...... Michele

lunedì 21 luglio 2008

AUGURI NONNO !!!

OGGI 21 LUGLIO 2008 SAREBBE STATO IL TUO 85 COMPLEANNO...
AUGURI DA TUTTI I TUOI PARENTI CHE MAI TI DIMENTICHERANNO.
Michele

domenica 13 luglio 2008

IL DOPOLAVORO

“Il Dopolavoro”
Oltre ad un ricordo di un luogo del passato che si frequentava per svagare, in queste righe sono contenuti anche i ricordi di un epoca (quella del fascismo) nella quale tutti erano costretti a comportarsi in un certo modo...


Il dopolavoro era un ritrovo dell’operaio per svagare, dopo finito di lavorare.
Lo dice anche il nome che c’era stato dato, era il “ritrovo” del passato.
Un nome che dice tutto veramente, la sera incontravi amici e tanta gente.
In quel tempo in Italia c’era il fascismo che regnava, la camicia nera si usava.
Era un uso a cui tutti dovevano abituarsi, la camicia nera dovevano comprarsi.
Guai a te se parlavi male del fascismo, ma sotto sotto c’era anche il comunismo.
Comunque al dopolavoro ci passavi la serata, dopo aver lavorato una giornata.
Con gli amici ti facevi un bel tressette, fumando cinque o sei sigarette.
Allora il dopolavoro era a casa d’Albisano, gestore Dominik Gimigliano.
Dominik lo chiamavano gli amici, erano tempi belli, tutti sembravano felici.
Dopo aver giocato la partita, veniva il più bello, non era finita.
Si univano assieme otto persone, per fare il solito “padrone”.
Chi usciva “padrone” il vino comandava, c’era sempre qualcuno che si ubriacava.
Delle otto persone che insieme avevano giocato,c’era sempre qualcuno che a secco lo avevano lasciato.
E così il gioco si accaniva, sperando che all’altro giro lui ci riusciva.
Chi rimaneva a secco si voleva vendicare, fino a tardi continuavano a giocare.
E così passava la serata, a volte con una bella ubriacata.
Dopo tanto tempo il gestore è cambiato, anche la sede, a Pulsano se ne andato.
Il nuovo gestore (votato) era Brogno Peppino, la nuova sede al Palazzino.
Parecchie cose alla nuova sede furono cambiate, anche le tessere avevano aumentato.
Una bella radio (Marelli) fu comprata, per far si che la voce del Duce fosse ascoltata.
I più giovani la musica potevano orecchiare, gli anziani il giornale radio ascoltare.
Il gestore Peppino Brogno ci sapeva fare, al dopolavoro niente ci faceva mancare.
Il locale era bello grande, scendevi un gradino, al bancone in piedi Brogno Peppino.
Fu cosi che per tanto tempo il dopolavoro ha funzionato, ora fa parte del passato.
Era il tempo del fascismo e di Benito Mussolini, tutti contenti, anche i bambini.
Anche se il fascismo era una rigorosa dittatura, la gente si sentiva più sicura.
Si poteva per le strade camminare, senza che nessuno ti potesse molestare.
L’Italia funzionava meglio allora, oggi più tempo passa e più peggiora.
Mi posso anche sbagliare, ma le leggi Mussolini le sapeva fare.
Adesso non dirmi che io ero fascista, anche tu lo eri, caro comunista.
Essere fascista allora era come un mestiere, te lo dice Eugenio Ciardullo il Cantoniere.
Quando Mussolini parlava, il dopolavoro era sempre affollato,
tutti ascoltavano la voce possente del Duce, personaggio storico del passato.

Tessano : Ottobre 2000

domenica 6 luglio 2008

CACARIZZO

Con questa poesia si cambia genere... I personaggi del passato.
Questo Cacarizzo era un personaggio reale, di cui si narra l'esistenza, ma del quale non si hanno notizie certe su chi fosse veramente...


"CACARIZZO"
(Personaggio del passato)


Un muratore del passato, detto Cacarizzo, dei tempi che il pane si teneva sul "cannizzo".
È stato un muratore un po’ imbroglione, non si può definire un campione.
Ogni lavoro che lui faceva, dopo finito lo puntellava, altrimenti non si reggeva.
Fu così che Cacarizzo ognuno lo chiamava, ogni suo lavoro, dopo finito, precipitava.
I muratori di Tessano lo tenevano a distanza, non lo volevano con loro giù a Cosenza.
Si doveva accontentare di fare il manovale, questo Cacarizzo un caso eccezionale.
Un imbroglione che si è distinto nel passato, si ricorderà, ma non il suo casato.
Da qualcuno più anziano l’ho sentito tramandare, di un caso come questo non si può non raccontare.
Il suo nome non è stato mai fatto, aveva un soprannome perché era sempre distratto.
Lui lo sapeva, ma non si offendeva, ma questo soprannome non gli piaceva.
Codesto soprannome lo degradava, ma chi glielo aveva affibbiato, disse che se lo meritava.
Non aveva ne recapito, ne indirizzo, tutti lo chiamavano Cacarizzo.
A Tessano era l’unico disoccupato, un vero caso del passato.
Nessuno lo portava con lui a lavorare, qualcuno ci ha provato e si è fatto sfigurare.
Era sempre in cerca di lavoro, per Tessano era certo un disonore.
Questo soprannome lo aveva rovinato, malediva sempre chi lo aveva "condannato".
Era proprio un soprannome azzeccato, non era un fesso chi gliel’aveva dato.
Se qualcuno lo faceva lavorare, di mezza paga si doveva accontentare.
Era conosciuto anche nei dintorni, andava in cerca di lavoro tutti i santi giorni.
All’estero non c’era mai potuto andare, il passaporto si vedeva rifiutare.
Portava sempre barba lunga ed anche il pizzo, lo conoscevano tutti come Cacarizzo.
A Cosenza lo chiamavano da lontano, lui si vantava che era di Tessano.
Era un pasticcione di natura, ma s’impegnava per non far brutta figura.
Di lui ci sarebbe tanto da parlare, questo io non lo posso fare.
Ciò che ho scritto l’ho sentito raccontare, perciò non mi posso prolungare.
Ma da quello che ho potuto capire, era davvero un pasticcione, lasciatemelo dire.
Proprio a Tessano doveva abitare ? Nella patria dei muratori doveva capitare ?
Che Tessano è la patria dei muratori e scalpellini, lo sanno anche i bambini.
Il vero tessanese ne può essere orgoglioso, il muratore di Tessano sarà sempre famoso.
È il cavallo di battaglia come mestiere, in rima ve lo dice Eugenio Ciardullo il Cantoniere.
Ovunque sono stati (i muratori di Tessano) si sono fatti onore, hanno lavorato con coscienza e con sudore.
Il Cacarizzo è stato un caso isolato, ma per secoli sarà da tutti ricordato.
Nella storia di Tessano del passato, Cacarizzo sarà un personaggio indimenticato.
Per tutti è stato un imbroglione, ma anche un personaggio, e non si può cancellare il suo passaggio.
Ho scritto qualcosa che mi è stato tramandato, di Cacarizzo e del suo passato.


Tessano : Agosto 2000

domenica 29 giugno 2008

LA BANDA MUSICALE DI TESSANO

La "Banda Musicale"... un qualcosa di cui mio nonno mi raccontava spesso...
Fa parte sempre di "quella famosa storia di Tessano" di cui si narra in queste rime...

"La Banda Musicale di Tessano"
(L’ha voluta ricordare per farvi piacere, Eugenio Ciardullo il Cantoniere)


A Tessano c’era anche la Banda Musicale, tu che sei giovane non la puoi ricordare,
cercherò di farlo io sperando che ti faccia piacere, così la potrai memorizzare.
Mi ricordo che i musicanti erano tutti paesani, questo lo devi sapere,
c’erano anche i tuoi parenti, ricordartelo è anche mio dovere.
Quando suonava, per le vie del paese c’era un’armonia,
con tutti i miei compagni si andava appresso a loro in allegria.
Il maestro era di Carolei, si chiamava Antonio Travo,
veniva sempre a piedi due volte la settimana, era tanto bravo.
Non ricordo tutti i nomi dei nostri musicanti,
ormai sono tutti morti, ma so che erano tanti.
Bennardo Morelli, Gaetano Cirolia e Caputo Peppino, suonavano il clarino,
così anche il falegname Francesco Gallo che era mio cugino.
Per Tessano era importante, il paese ne era orgoglioso e fiero,
tanti paesi erano invidiosi, lo era certamente ogni forestiero.
Mio fratello Ciardullo Giuseppe suonava il clarinetto,
Francesco Perri, detto Perrino, suonava il bombardino.
Pietro Tutera, mio suocero, la sua tromba la teneva stretta,
Pasqua Eugenio, detto lo Sbirro, suonava la cornetta.
Vincenzino Catanzariti soffiava al basso,
Bricchi e i fratelli Paterno andavano al passo.
Michele Guarascio, Micuzzo De Cicco e Pietro Iaccino,
formavano un bel quartetto con Giannotta Celestino.
Gli strumenti di accompagnamento erano tanti,
non posso ricordarli tutti quanti.
Chiedo scusa a chi non ho ricordato, si son fatti tutti onore,
erano tutti bravi e ora sono tutti nel Regno del Signore.


Tessano : Settembre 2000

domenica 22 giugno 2008

IL DUEMILA

“Il Duemila”
(In occasione dell'arrivo del nuovo millennio)

Duemila anni fa è nato il Redentore, in una grotta c’era un bue, un asinello ed un pastore.
Nel duemila, se debbo dire il vero, sicuro di esserci non ero, sono sincero.
Sono tanti anni che questo duemila s’aspettava, di arrivarci, confesso, lo speravo.
Sono stato fortunato, nel duemila, grazie al Signore, ci sono arrivato.
Sono duemila anni che Gesù Bambino è nato, anche questo fa parte del passato.
Da quando Lui è nato, mai nessuno l ’ha dimenticato.
Un evento bellissimo, tutto questo era previsto, la venuta di Gesù Cristo.
I primi cristiani sono stati perseguitati, dai soldati romani erano trucidati.
Quanti seguaci di Cristo furono massacrati, l’impero di Roma li aveva terrorizzati.
Sempre nascosti dovevano stare, non si dovevano far catturare.
Ne hanno passato di ogni colore, i cristiani seguaci di Nostro Signore.
Il Colosseo ne sa qualche cosa, i gladiatori, i leoni, è storia famosa.
Gli imperatori romani si son divertiti, ma i cristiani aumentavano, non son diminuiti.
Quanti massacri di cristiani, catturati dai soldati romani.
Tutti conoscono la storia dei primi cristiani, le persecuzioni disumane.
Il passato, avanti Cristo, è di milioni di anni fa, Isacco, Giacobbe, Mosè, questo si sa.
Ecco arrivato il duemila, dopo passati secoli e secoli di anni messi in fila.
Fa parte del Nuovo Testamento, la venuta di Gesù Cristo che ci ha redento.
Dio Padre, il Figlio sacrificò, pur sapendo che veniva crocifisso, sulla Terra lo mandò.
In quel tempo, in Egitto Erode regnava, a Gesù lui lo condannò, e Pilato le mani si lavò.
Al posto di Barabba, Gesù fu messo in croce, innocente, lo flagellarono con dolore atroce.
Morì e fu sepolto, il terzo giorno resuscitò, la morte fu sconfitta e Gesù trionfò.
Un giorno verrà per giudicare i vivi e i morti, i buoni saranno risorti.
Il Suo Regno non avrà fine certamente, salvarsi è il desiderio di tutta la gente.
Se tu credi nel Signore, devi avere fede nel Suo amore.
Vengo nel nome del Signore, a chiedere perdono per ogni peccatore.
Farlo è mio dovere, ascoltami oh Signore, te lo chiede Eugenio Ciardullo il Cantoniere.
Per quelli del passato, avere fede in Dio, era pericoloso, te lo dico io.
Per noi del duemila, con la buona volontà, ognuno deve avere fede, se ti vuoi salvà.
Al contrario del passato, oggi non ci manca niente,
quello che ti avanza non buttarlo via, dallo ad un pezzente.
Fai del bene al prossimo e non farti mai vedere, c’è il Signore che ti osserva, gli farai piacere.
Con questo duemila che è arrivato, un altro millennio è incominciato.
Signore, illumina i responsabili della guerra, ci sia pace in tutta la Terra.
Non c’è più rispetto per il genitore, fai Tu qualcosa oh mio Signore.
L’uomo ha oltrepassato il limite di fare, non si sa dove vuole arrivare.
Però è scritto che si distruggerà da solo, andrà in fumo con tutto il suo lavoro.
Ci andrà di mezzo tanta buona gente, ma se è già scritto, non ci si può far più niente.
Solo Tu il miracolo puoi fare, oh Signore, ferma questi pazzi da legare.

Tessano : Ottobre 2000

domenica 15 giugno 2008

LA CASALINGA

“La Casalinga”
(Dedicata a tutte le casalinghe che lavorano tanto e spesso senza riconoscenza...)

Da quando il mondo fu creato, la casalinga senza paga ha lavorato.
È un lavoro da schiava, non è un mestiere, vi accenna qualcosa Ciardullo il Cantoniere.
La donna casalinga lavora 16 ore al giorno di filato, il governo se n’è sempre fregato.
Quando la sera si siede un po’ per riposare, i piatti ci sono da lavare.
La mattina alle 6:00 si deve alzare, il caffè è lei che lo deve fare.
Tutti l’aspettano, i figli e il marito, il caffè lo vogliono e non alzano un dito.
Rimasta sola, tutti i letti deve rifare, in qualche stanza c’è sempre qualcuno che si deve svegliare.
Finito anche questi lavori, i pavimenti deve lavare,
poltrone e sedie deve spostare, per poterci spolverare.
C’è il telefono che squilla, deve scappare per rispondere a chi strilla.
Chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, la vita della casalinga è proprio dura.
Si avvicina mezzogiorno e non sa cosa addobbare, cosa debbo preparare ?
Poi decide all’improvviso, oggi qualcosa di leggero, prepariamo un po’ di riso.
Di sedersi non se ne parla mai, ognuno vuol qualcosa e tu lo sai.
Finito di mangiare, tutti vogliono il caffè, è la casalinga che lo deve fare.
Poi c’è da preparare per la cena, uffa, questa povera casalinga mi fa pena.
Questa donna da tutti merita comprensione, consideriamola e diamole ragione.
Il governo fa finta di non sapere, se no la pensione le deve dare per fare il suo dovere.
I lavori della casalinga non vengono apprezzati, ma da tanti vengono elogiati.
È la più lavoratrice della Terra, lei è sempre in pace con chi le fa la guerra.
Se c’è qualcuno che merita una medaglia, a lei si deve dare, e non si sbaglia.
Non c’è nessuno che l’aiuta, quante volte è scivolata ed è caduta.
Quando arriva la domenica si potrebbe riposare,
ma per la casalinga non c’è festa, lei deve sempre lavorare.
Quando è festa, tutti vogliono riposare, solo la casalinga si deve alzare.
Chi vuole la camicia, chi il pantalone, chi la gonna e chi il maglione.
Alla Messa non può più andare, al sugo e alla casa lei deve badare.
Per la casalinga c’è da impazzire, né può scappare, né può fuggire.
Per lei non c’è più riposo, fa anche un lavoro pericoloso.
Va a letto tardi tutte le sere, le sue giornate son tutte nere.
Non c’è bisogno di un bravo avvocato, per sconfiggere lo Stato.
La pensione alla casalinga le spetta di diritto,
non ci sono scuse, tu politico è meglio se stai zitto.
Da quando il mondo è nato, la casalinga, la sua vita ha sacrificato.
Giorno e notte ha lavorato, il suo lavoro non è stato mai ricompensato.
Non trovo le parole giuste per queste frasi da elogiare,
sono frasi povere, scritte da uno che ha solo la quinta elementare.
I politici questo lo sanno, la casalinga non si ribella e non fa danno.
Se si elencassero i suoi lavori, sarebbe una lista con tanti errori.
La pazienza non le manca, non dice niente, resiste, ma sarà certo stanca.
Tutta la giornata è sempre affaccendata, i lavori li fa tutti e non si è mai lamentata.
Questa povera casalinga si sente esaurita, ogni fine di giornata, si sente già sfinita.
Al suo lavoro non c’è stato mai badato, la colpa è del governo che non si è mai interessato.
I lavori più umilianti è la casalinga che li deve fare, è ora di riconoscerlo e saperla ringraziare.
Poveri e ricchi, giovani e anziani, tutti ne hanno bisogno, ma nessuno gli dà una mano.
Per la casalinga non c’è mai pace, lavora, sopporta, accudisce e tace.
Con queste poche frasi, non posso lodare la sua bravura,
sarebbe meglio una ricompensa giusta e sicura.
Una cosa buona si può fare, il Signore per lei si dovrebbe pregare.
Se la casalinga venisse a mancare, la fine del mondo potrebbe arrivare.
I lavori della casalinga sono più di mille e uno, li fa tutti gratuiti e non la ringrazia mai nessuno.
Viva la casalinga e tutta la sua bravura,
rimarrà sempre nella storia del passato, del presente e del futuro.
Ciò che ho scritto sulla casalinga è tutto vero, di lei ho molto dispiacere,
per ricordarvelo l’ha scritto con le rime, Eugenio Ciardullo il Cantoniere.


Tessano : Maggio 2000

domenica 8 giugno 2008

I FUMATORI DEL PASSATO

“I fumatori del passato (e i consigli del presente)”
(Dedicata a coloro che amano la "bionda")

Il fumatore del passato, uguale a quello di oggi è sempre stato,
con la differenza che il tabacco di oggi è molto cambiato.
Nel passato veniva lavorato senza essere imbrogliato.
Chi fumava la pipa, chi il “toscano", il tabacchino è stato sempre a Pulsano.
Come oggi, le sigarette erano di tante qualità, ma senza pubblicità.
C’era chi fumava l’Alfa e la Popolare, queste costavano meno care.
Anche l’Indigena e la Moresca, erano a portata di ogni tasca.
Ma la sigaretta che la massa fumava, era la Nazionale che allora si usava.
Poi c’erano l’Africa, la Macedonia e la Trestelle, i ricchi fumavano sempre quelle.
C’erano anche i fumatori di Trinciato forte e Trinciato comune, ma queste sono solo alcune.
Le sigarette fatte a mano con cartina, queste le fumava la gente poverina.
Chi voleva risparmiare, le sigarette da solo doveva fare,
ma non tutti erano capaci a farle, tanti non sapevano “arruacciularle”.
Però con queste sigarette c’era da risparmiare veramente,
ma dovevi portare in tasca cartina e tabacchiera, un inconveniente.
Ecco le usanze dei fumatori del passato,
però per la salute, oggi come allora, il fumatore è preoccupato.
Se un consiglio assennato vuoi ascoltare, non fumare lascia stare,
togliti questo vizio maledetto, tante e tante volte ti è stato detto.
Ascolta chi ti vuol bene e ti fa da consigliere,
disinteressatamente te lo consiglia, Eugenio Ciardullo il Cantoniere.


Tessano : Novembre 2000

lunedì 2 giugno 2008

LA DOMENICA E LA SANTA MESSA

“La Domenica e la Santa Messa”
(Dovere per tutti i Cristiani...)


Ogni domenica la Santa Messa devi ascoltare, un importante dovere che devi fare.
Anche i tuoi antenati lo hanno fatto, ognuno dal Signore è stato soddisfatto.
Chi lo fa ne è certo contento, andare nella casa del Signore sempre sorridendo.
Se hai ascoltato la Santa Messa ti senti appagato, la parola di Dio hai memorizzato.
Nel resto della giornata ti puoi divertire, una buona domenica potrai finire.
Quella oretta della Messa non sarà tempo perduto,
di tempo ne hai tanto, per la tua anima sarà un aiuto.
La domenica è il giorno del Signore, devi dedicarla in parte in Suo favore.
La parola di Dio devi ascoltare, perciò fai festa, ma non devi lavorare.
Quel poco tempo che stai in chiesa lo guadagnerai, fallo contento, non te ne pentirai.
È tutto tempo in tuo favore, ne sarai ricompensato dal Signore.
La tua anima ci guadagnerà quando sarai giudicato, di tutto il tuo passato.
Te lo dice anche un Comandamento, “ricordati di santificare la festa” e sarai contento.
La domenica alla Santa Messa non mancare, questo Comandamento non lo dimenticare.
Che domenica sarebbe se a Messa non ci vai, diventa una giornata senza Sole e tu lo sai.
La domenica e la Santa Messa sempre unite sono state, da quando il Mondo fu creato.
Mettile insieme anche tu, come hanno fatto i tuoi antenati, nel lontano suo passato.
Ascoltare la Santa Messa la domenica, lo ripeto, deve essere un importante tuo dovere,
è un amico che te lo ricorda: Eugenio Ciardullo il Cantoniere.


Tessano : Novembre 2000

domenica 25 maggio 2008

I DOVERI

“I Doveri”
(Altre frasi e consigli da seguire...)


Se sei cattolico è tuo dovere, dire mattina e sera le tue preghiere.
Al tuo lavoro, qualsiasi esso sia, devi fare l’interesse della ditta e così via.
Lavora sempre con onestà, il tuo datore di lavoro lo apprezzerà.
I tuoi compagni ti ammireranno e tutti coloro che lo sapranno.
La Domenica non lavorare, hai il diritto di riposare.
La Santa Messa devi ascoltare, se nell’aiuto di Dio tu vuoi sperare.
In famiglia l’esempio tu devi dare, per ogni cosa che fai ci devi pensare.
Il carattere dei tuoi figli, dipende anche da te, ecco l’esempio dov’è.
Se il tuo comportamento è esemplare, nessuno mai ti potrà rimproverare.
Andare ad un funerale fa parte del tuo dovere, una parola di conforto fa piacere.
La messa funebre devi ascoltare, in suffragio del defunto la devi raccomandare.
Le condoglianze si sa che le devi dare, ma confusione non creare.
Mettiti in fila, sii ordinato, cerca di essere sempre educato.
In fila da sinistra per salutare, dal lato destro per ritornare.
Ovunque ti trovi non devi sporcare, per terra niente mai devi buttare.
Ci sono gli appositi contenitori, si evitano certo cattivi odori.
È tuo dovere pagare le tasse, contribuisci anche tu a riempire le casse.
Il governo lo sa che ci sono evasori, sono sempre i più ricchi e chi possiede tesori.
Come si fa a riempire le casse, se sono i poveri e i fessi a pagare le tasse?
Il governo fa finta di non sapere, che sono i ricchi che non fanno il dovere.
I doveri dei cittadini sono tanti, con la buona volontà si possono fare tutti quanti.
Per dimenticanza può capitare, in questo caso si deve perdonare.
Fare visita ad un ammalato, anche l’anziano va rispettato.
Chi è in pericolo si deve aiutare, i debiti tutti devi pagare.
Al bisognoso dagli un aiuto, al tuo nemico un sorriso ed un saluto.
Se un prestito devi fare, dall’usuraio non devi andare.
A più porte vai a bussare, qualcuna aperta la puoi trovare.
Anche il Signore l’ha sempre detto: “bussate e vi sarà aperto”.
È un dovere essere educato, se lo fai sarai anche ammirato.
È dovere amare tua moglie, se la trascuri niente raccogli.
Anche la donna non deve tradire, un matrimonio può anche fallire.
In macchina la cintura devi tenere, anche questo fa parte del tuo dovere.
Ogni legge devi rispettare, se sonni tranquilli vorrai fare.
È anche tuo dovere far visita all’amico, non c’è bisogno che io te lo dico.
Però non starci più di un’ora, se vuoi essere gradito.
I doveri non sono solo questi che ho ricordato, sono certo un gran numero illimitato.
Ma se hai intelligenza, li riconoscerai tutti e saprai agire di conseguenza.
Scritti in rima li terrai più a mente, e i doveri li farai certamente.
Da quando esiste il Mondo i doveri si son sempre dovuti fare,
Eugenio Ciardullo il Cantoniere ti dice : non li dimenticare !!!


Tessano : Agosto 2000

domenica 18 maggio 2008

CONSIGLI DI ESPERIENZA

“Consigli di Esperienza (abusi)”
(Rima della settimana che ci lascia riflettere...)

SE QUESTI CONSIGLI ASCOLTERAI,
UN ASSO NELLA MANICA SEMPRE AVRAI.
METTERLI IN PRATICA E’ TUO DOVERE,
TE LO CONSIGLIA “EUGENIO CIARDULLO” IL CANTONIERE.


Se la giornata tu vuoi piena, alzati presto ogni mattina.
Con acqua fresca ti devi lavare, se è troppo fredda non ti devi dissetare.
Pulisci i denti tuoi, se al tuo stomaco bene gli vuoi.
È importante ogni mattino, adoperare lo spazzolino.
Se bella figura tu vuoi fare, ogni giorno il rasoio dovrai usare.
Con la barba fatta ti senti pulito, anche se non hai un bel vestito.
Le tue preghiere però non scordare, se nell’aiuto di Dio tu vuoi sperare.
Se in ufficio o al lavoro tu devi andare, devi essere svelto, ti devi sbrigare.
Con molta prudenza dovrai guidare, se sano e salvo vorrai arrivare.
Col caffè non devi abusare, una tazzina al dì ti deve bastare.
Se invece il latte tu preferisci, la tua salute non tradisci.
Qualsiasi sia il tuo lavoro, assieme ad altri oppure solo;
non ti dico di sgobbare, ma il tuo dovere lo devi fare.
Se lavori con coscienza, ed hai anche intelligenza;
il tuo lavoro verrà apprezzato e il tuo stipendio aumentato.
Fa sempre comodo qualcosa in più, specialmente se lavori solo tu.
Sono tempi critici da dimenticare, beato e fortunato chi può arrotondare.
Se ti è possibile fallo anche tu, meglio guadagnare un po’ di più.
Ma ricordati di farlo onestamente, non avrai da temere dalla legge e dalla gente.
È vero, i disonesti sono tanti, ladri, sfruttatori ed anche furfanti.
Questa gente tu non imitare, se la stessa fine non vorrai fare.
Ciò che guadagni lo dovrai sudare, risparmiando questo ti dovrà bastare.
Considera quelli che non possono lavorare,“muoiono di fame” con la speranza di poter campare.
Se stai bene ed hai anche un lavoro, non ti puoi lamentare, possiedi un tesoro.
Se vuoi avere soldi senza lavorare, devi ingannare il prossimo, certamente anche rubare.
Anche se fino ad oggi tu l’ hai fatta franca, non illuderti di svaligiare anche una banca.
Non possiedi la lampada di Aladino, prima o poi ci lascerai certo lo zampino.
Se vuoi un consiglio buono ed assennato, lavora onestamente e non sarai mai licenziato.
Sia in casa del tuo amico, come a quella del tuo parente, se vorrai essere bene accolto, vacci piuttosto raramente.
Non fumare lascia stare, o di cancro ti potrai ammalare.
Non te lo ha detto mai nessuno, che i tuoi soldi vanno in fumo?
Lascia star le sigarette e fatti pure un bel tressette.
Con i soldi che fumavi, un terno al lotto ci ricavi.
Se tu vuoi che il conto torni, non far spese tutti i giorni.
Del necessario non ti devi privare, ma il superfluo non comprare.
I tuoi acquisti sappi fare, dei commercianti non ti fidare.
Controlla sempre la bilancia, se vuoi bene alla tua pancia.
Se tu vuoi risparmiare, ogni vetrina devi guardare.
Se pensi prima a ciò che fai, certo mai ti pentirai.
Parla poco, ascolta assai, e così non sbaglierai.
Guai a te se vai di fretta, puoi sbagliare con certezza.
Se tu sbagli non gridare, piuttosto cerca di rimediare.
Degli amici non ti fidare, il tuo istinto non può sbagliare.
Qualche consiglio lo puoi ascoltare, purchè distingui il bene dal male.
Se la casa non ce l’ hai, lavorando da solo non te la farai.
Se la fortuna ti aiutasse e non pagassi più le tasse?
Un bel tredici o un terno al lotto, e il problema sarebbe risolto.
Se speri in qualche legge sei un illuso, queste le fanno i ricchi, perciò tu sarai sempre escluso.
Se l’affitto paghi sempre, da gennaio fino a dicembre;
sempre di più tu pagherai, proteste inutili sempre farai.
Se di equo canone tu parlerai, uno sfrattato subito diventerai.
Questa legge è una buffonata, perché dal governo non è appoggiata.
Di case sfitte ce ne sono tante, più delle stelle tutte quante.
Chi per la casa non prende più moglie, pensa all’affitto e gli prendon le doglie.
Se il governo fa finta o non ci pensa davvero, gli scapoli aumentano e i figli sempre meno.
Chi paga le tasse si sa, sono sempre gli stessi, lo sa anche il governo, che sono i più “fessi”.
Come limoni sono spremuti, chi deve pagare questi tributi.
Come si fa a riempire le casse, se son sempre i poveri a pagare le tasse?
Chi potrebbe riempirle sono evasori, quelli più ricchi e chi possiede tesori.
Il governo lo sa e sa anche i suoi nomi, e per premiarli gli fa pure i condoni.
Ecco perché sono veri i sospetti, evasori e delinquenti dal governo son protetti.
Ormai si è capito, lo sanno anche i bambini, che fanno le leggi e non sono cretini.
Ci conforta solo una cosa, la più leale la più forte, che anche per i ricchi, arriva puntuale anche la morte.
Chi è sazio, si sa, non crede mai a chi è sempre digiuno, il ricco approfitta sempre, non ha pietà mai di nessuno.
Se sei in cerca di lavoro, tu lo sai che non sei solo.
Chi lo trova è fortunato, o con i piedi avrà bussato.
Se tu sei povero non puoi dar niente, rimarrai disoccupato, perciò sempre pezzente.
Se qualche politico ti promette, non illuderti, non dargli retta.
Quando s’ avvicinano le elezioni, la mano sulla spalla e promettono doni.
Non appena le elezioni sono finite, sorrisi e promesse sono certo svanite.
Di politicanti e ricchi, non ti fidare, anche ciò che possiedi ti vorrebbero rubare.
Loro lo fanno senza paura, perché sono immuni perciò son sicuri.
Se qualcuno viene pescato, ha sempre un amico che è magistrato.
Ne parla la stampa e la televisione, solo nero su bianco, tutto illusione.
Quanti massacri, tanti attentati, son sempre assolti mandanti e mandati.


Tessano : Luglio 2000

domenica 11 maggio 2008

PER I TIFOSI DEL COSENZA

“Per i Tifosi del Cosenza”
(Era d'obbligo per omaggio alla promozione in serie C2 - questa rima è stata scritta in occasione del campionato di serie B quando sotto la guida di Mutti siamo stati in testa alla classifica per tante giornate... - Bei tempi!!!)

Questa squadra del duemila, veri Lupi della Sila,
prima in classifica è sempre stata, quasi per tutto il girone d’andata.
Questo non era successo mai, tu tifoso questo lo sai,
perciò se ogni tanto perde un colpo, non c’è poi da disperare,
tu tifoso devi sempre la tua squadra incoraggiare.
Interessa di sapere che la squadra vada bene,
e gridare “FORZA LUPI” dagli spalti ci conviene.
Se farete tutto ciò e non la prendete alla leggera,
i risultati arriveranno, saliremo in Serie A, e sventoleremo la bandiera.
Il Cosenza del duemila, a squadre fortissime ha messo in riga.
Quante squadre con la coda fra le gambe, le vittorie del Cosenza sono tante.
Squadre del Nord, si sono dovute inchinare ai Lupi della Sila e al loro ululare.
Della Serie B la testa ha assaporato, per tante giornate un vero Lupo sei stato.
Dice un vecchio proverbio di un antico Tizio: “il Lupo perde il pelo ma non il vizio”.
Il Campionato è ancora lungo, le vittorie del Cosenza saranno come il fungo.
Se tu Cosenza giocherai con molta grinta, non mollare, e alla fine l’avrai vinta.
Tutti i tifosi e i simpatizzanti vorrebbero sventolare le bandiere,
in particolare Michele il nipote di Eugenio Ciardullo il “Cantoniere”.
I due colori più belli li possiedi tu, viva il Cosenza in RossoBlu.


Tessano : Novembre 2000

giovedì 1 maggio 2008

- ... GRAZIE SIGNORE ... -

Dedico queste frasi a chi crede e anche a chi non crede nel Signore. Ascoltate, meditate e fatene tesoro.
"Ciardullo Eugenio il Cantoniere"

(Il titolo "Grazie Signore" l'ho aggiunto io per abbreviare la dedica, di queste frasi a sfondo religioso, che nonno amava tanto)

(Questa è la rima di questa settimana)


Vengo nel nome del Signore, per dedicare queste frasi a chi in Lui crede,
se tu sei un Suo seguace, ascolta quanto segue e abbi sempre fede.

Ogni mattina, appena ti svegli, ringrazia il Signore di essere vivo,
perché sulla Terra tu sei di passaggio, la tua vita è appesa ad un filo.

Se Lui lo vorrà, te la può togliere in ogni momento, perciò è tempo di vegliare,
il giorno e l’ora non si sanno, sii sempre pronto se ti vorrai salvare.

Questa vita dura poco, è realtà non è un gioco,
c’è la morte sempre in agguato, dietro l’angolo insospettato.

Lo sappiamo tutti quanti, ma chi ci pensa non sono in tanti,
non si pensa che al denaro, chi non lo fa è proprio raro.

Ogni scrupolo viene a mancare, si cerca sempre d’arrotondare,
con affanno si vuol guadagnare, pur di farlo si va anche a rubare.

Ogni ricchezza tu lascerai, sarai dispiaciuto quando morrai,
a che ti è servito sfruttare la gente, è meglio morire come un pezzente.

Nemmeno all’amico si guarda più in faccia,
tradisci il tuo prossimo per una sola focaccia.

Ogni giorno ne hai le prove, si può morire in ogni momento,
domani può essere troppo tardi, per chiedere perdono e pentimento.

Quello che per te tu non lo vuoi, al prossimo non lo fare,
se vorrai essere tra gli eletti, il tuo simile dovrai amare.

È meglio vivere alla giornata ed essere pulito con la coscienza,
la “Resurrezione” sarà gloriosa, il premio più bello della tua esistenza.

Se l’ hai fatta franca con la legge terrena,
al giudizio di Dio sconterai la tua pena.

Invece di vegliare ti sei addormentato,
quando sarà la fine non sarai perdonato.

Gesù l’ ha detto chiaro di stare sempre pronto,
il fico è già tenero, non fare il finto tonto.

Lo sa soltanto il Padre, nessun altro è a conoscenza,
quando sarà quel giorno, verrà con gran potenza.

Ci sarà grande tribolazione, quando tutto ciò avverrà,
la Luna non darà più luce, il Sole si oscurerà.

Si vedrà il “Figlio dell’uomo” venire sulle nubi,
gli eletti saranno salvi, di questo non ci son dubbi.

Ci saranno falsi profeti, non fatevi ingannare,
vi è stato già predetto, perciò è tempo di vegliare.

Non ci saranno scuse e nemmeno attenuanti,
tutto ciò che è stato scritto, accadrà per tutti quanti.

Comodità ne avete tante, voi siete fortunati,
la “casa di Dio” è a due passi, non fate i trascurati.

Per ascoltare la Santa Messa non trovate mai il tempo,
mezz’oretta ogni domenica, della settimana è appena un lembo.

Sono sicuro che lo sai, che morire tu dovrai,
solo un anima tu hai, ma per lei non pensi mai.

Sia la Chiesa che il sacerdote, aspettano il tuo ritorno,
sarai accolto e perdonato, per la tua anima sarà un bel giorno.

Se senti suonare la campana a morto, non ti devi spaventare,
anche per te suonerà un giorno, l’ora non si sa ma ti puoi preparare.

Chiedi perdono con tutto il tuo cuore,
sarai perdonato e diventerai un amico del Signore.

Non esiste cosa più bella, essere amico del Signore,
lui conosce i tuoi bisogni, farà felice anche il tuo cuore.

Dovrai essere sincero, a Gesù non puoi ingannare,
se vorrai essere suo amico, tu lo devi dimostrare.

Se qualcuno ti fa del male, tu lo devi perdonare,
quando da Dio sarai giudicato, nel Suo perdono potrai sperare.

Quando fai del bene al prossimo, non devi essere veduto,
c’è il Signore che ti osserva e ne resta compiaciuto.

Di questo bene che tu fai, ne ricevi a volte male,
non ti devi mai pentire, se tu vuoi che questo vale.

Se per la tua bontà, dal prossimo pretendi ricompensa,
sarai già appagato, però da Dio non aspettarti riconoscenza.

Ciò che dai con la mano destra, la sinistra non deve sapere,
il Signore sa tutto e vede ogni cosa, perdono da lui ne potrai ottenere.

Se non ti senti bene, subito scappi dal dottore,
ciò che ti dice tu lo fai, perché d’ammalarti hai timore.

Per la tua anima che rischi di perdere, tu non pigli provvedimenti,
per salvarla non ci vuole molto, basta osservare i “Dieci Comandamenti”.

Della fede di Dio, la più importante, quasi nessuno ne fa conto,
il risultato lo sanno tutti, di delinquenti ne è pieno il mondo.

Se in chiesa tu non ci vai, per far dispetto al prete,
non dimostri intelligenza, ma di essere analfabeta.

Quei pochi che ci vanno, lo debbono sapere,
nella Casa di Dio si va per pregare, non per farsi vedere.

Alle necessità della Chiesa, è tuo dovere contribuire,
è un’usanza, una legge, e anche un precetto, che si deve sovvenire.

Alla morte non pensi mai, perché ne hai un gran terrore,
se sei in pace con la coscienza, non ne hai nessun timore.

Per pensare alla tua salvezza, di tempo ne hai avuto tanto,
se la tua anima perderai, ti morderai le mani, e sarà inutile il tuo rimpianto.

Possibilità ne hai avute, potevi accaparrarti benevolenza,
hai preferito sprecare il bene, invece di farne beneficenza.

Quel poco di bene che tu hai fatto, lo hai spifferato ai quattro venti,
a niente ti è valso per la tua anima, per te sarà eterno stridor di denti.

Chi ti ha creato e fatto cristiano, lo sai bene è il Signore Dio tuo,
perciò tu devi amarlo e non nominare invano il nome Suo.

Quando viene la Domenica, tu ti devi riposare,
ascolta sempre la Santa Messa, non pensare a lavorare.

Non puoi scagliare la prima pietra, perché sei un peccatore,
se ogni tanto ti confessi, con te ci sarà sempre il Signore.

Quando anche tu avrai dei figli, certo vorrai essere rispettato,
perciò onora i tuoi genitori, ti sarà certo ricambiato.

Se approfitti della roba degli altri, lo sai bene che vuol dire rubare,
certo non è una cosa da niente, e , prima o poi, la dovrai confessare.

Sii leale con il tuo simile, il falso mai non giurare,
anche se verrai creduto, la verità un giorno potrebbe affiorare.

Non devi mai desiderare ciò che a te non appartiene,
è un miraggio, anche un peccato, che non giova e non conviene.

Non odiare mai tuo fratello, non portare alcun rancore,
rovinerai solo il tuo fegato, ti ammalerai anche col cuore.

Se sei stato battezzato, appartieni all’esercito del Signore,
fedeltà tu Gli hai giurato, non puoi essere spergiuro e nemmeno un disertore.

Invoca sempre il Suo nome, sarai salvo certamente,
se Lo amerai come Gli hai promesso, sarai con Lui eternamente.

Chi ha scritto queste frasi, ha solo la quinta elementare,
sono di Tessano, un peccatore come tanti, la prima pietra non posso scagliare.


Tessano : Gennaio 2000

domenica 27 aprile 2008

LA MIA PENSIONE

“La mia pensione (21 Luglio 1988)”
(Notare le iniziali delle strofe...)

Il ventuno Luglio di quest’anno, ho festeggiato la pensione e il compleanno.
L’aspettavo come fanno tutti quanti, pur sapendo che i risvolti sono tanti.

Voglia il Signore farmela godere, sono soldi che ho lasciato facendo il mio dovere.
Ecco arrivato al riposo meritato, che il Signore mi protegga come ha fatto nel passato.
Non chiedo altro che un poco di salute, ne ringrazio il Signore di quella già avuta.
Ti chiedo mio Signore di vegliare il mio cammino, sarò sempre felice se sarai a me vicino.
Un po’ di nostalgia la sentirò senz’altro, lasciando il mio lavoro e anche qualcos’altro.
Non posso lamentarmi, ho fatto un buon mestiere, ne ho fatto anche altri, ma di più il cantoniere.
HO amici dappertutto, sento chiamarmi da lontano, colleghi e superiori mi stringono la mano.

La mia pensione me la sono guadagnata, tanti anni di lavoro con trattenute esagerate.
Una vita di sacrifici, ora mi spetta riposare, non ho rimorsi di coscienza, sono stato onesto e leale.
Gentile e rispettoso, con tutti sono stato, continuerò ad esserlo come ho fatto nel passato.
La gente che ho conosciuto, ciecamente si è fidata, mi son fatto gli affari miei, mai di nessuno mi sono impicciato.
Io di questo mi sento orgoglioso, perciò, tranquillo, mi accingo al meritato riposo.
Oh Signore, proteggi questo pensionato, che umilmente ti chiede perdono di ogni suo peccato.


Tessano : 21 Luglio 1988

venerdì 25 aprile 2008

MEDAGLIA D'ORO











Foto: "Medaglia d'oro"
Sul Lato frontale lo stemma della Provincia di Cosenza,
Sul Lato posteriore la data e il nome e cognome.
(La medaglia oggi è in possesso del nipote che porta il suo nome)


“Medaglia d’oro”
(In occasione della premiazione della Provincia)

In occasione della sesta giornata del pensionato,
il Cantoniere Eugenio Ciardullo è stato premiato.

L’amministrazione provinciale,
per tanti anni di servizio mi ha voluto premiare.

Mi è stata data una medaglia d’oro, dall’assessore al personale,
per il servizio fatto sulla strada, come “cantoniere provinciale”.

Nella sala del consiglio, il 7 gennaio del 1989, ore 9:30, sono stato premiato,
per il lavoro da me svolto, in 28 anni di servizio, sono stato ringraziato.

L’ufficio al personale, una lettera mi ha mandato,
18/12/”88 era la sua data.

La lettera mi invitava a presentarmi,
la “medaglia d’oro” dovevano consegnarmi.

Sempre il 7 gennaio dell’ ’89, nella sala del consiglio, col microfono fui chiamato,
la “medaglia d’oro” dall’assessore al personale, mi è stata consegnata.

Un encomio solenne mi ha fatto il consigliere,
per i 28 anni di servizio svolto come cantoniere.

Nell’encomio è stato ricordato che ero il più giovane dei cantonieri del casato,
i Ciardullo, per più di un secolo, la Provincia hanno servito, perciò mi hanno premiato.

Eugenio è nipote del vecchio Giuseppe Ciardullo il cantoniere,
anche figlio dell’ex cantoniere Giovanni, che fece questo mestiere.

Fratello di Francesco e di Giuseppe, anche loro cantoniere e capo cantoniere.
Il merito va anche al tuo casato, che per più di un secolo avete lavorato.

Ecco perché la Provincia si è decisa a darti la “medaglia” meritata,
i cantonieri Ciardullo da tutti conosciuti, i più meritevoli che la Provincia abbia mai avuto.

L’unico caso di tre generazioni di dipendenti,
che la Provincia ha nei suoi archivi residenti.

Con la “Medaglia d’Oro” Eugenio Ciardullo è stato premiato,
con lui anche il suo casato.

Questo l’encomio del consigliere,
contento di premiare il Ciardullo cantoniere.

Sulla medaglia è stata fatta un’incisione,
con su scritta la mia data di assunzione.

Al contrario, sul rovescio, un altro indizio,
è incisa la data della fine del mio servizio.

In tutto ventotto anni di cantoniere,
di questo bellissimo mestiere.



Tessano : 21 Luglio 2000

domenica 20 aprile 2008

IL CANTONIERE

“Il Cantoniere”
(Il più bel mestiere...preso con ironia...)

Lo dicono tutti, questo è il più bel mestiere,
l’ ho fatto anch’io con piacere, il cantoniere.

Col suo sudore della fronte, qualsiasi male può guarire,
perciò ha voglia di lavorare, solo così potrà sudare.

All’aria aperta lui lavora, d’estate all’ombra fa dimora,
questo bellissimo mestiere, chi l’ ha fatto ne è andato fiero.

Col berretto in testa e il suo badile,
lo trovi sulla strada, è il cantoniere.

Se hai un parente o un’amica che è malata,
digli che una medicina santa si è trovata.

È un farmaco che guarisce ogni malattia,
bastano poche gocce e il male se ne va via.

In farmacia tu non devi andare,
in casa di un cantoniere lo potrai trovare.

Con poche gocce del suo sudore, diluite con acqua in un bicchiere,
puoi stare tranquillo, il miracolo è fatto, e tu potrai guarire.

Non credere che lo puoi comprare facilmente,
è molto caro e si trova raramente.

Costano un po’ troppo questi famosi “suduri”,
però i risultati di guarire son sicuri.

Se la cosa ti interessa, il cantoniere lo trovi sulla strada che lavora,
devi fare presto, ormai sono rimasti in pochi, hai poco tempo ancora.

Prova a Laurignano a casa di “Carminuzzu”,
a Tessano non ne trovi più a casa di “Genuzzu”.

Certamente avrà finito la preziosa bottiglietta,
tranne se ne ha qualcuna di scorta nella sua casetta.

Dall’ottantotto è in pensione, non fa più questo mestiere,
ma se nascesse un’altra volta, vorrebbe fare ancora il cantoniere.



Tessano : Gennaio 2000

domenica 13 aprile 2008

LE 3 GENERAZIONI DI CANTONIERE



(I tre "fregi" relativi alle tre generazioni di cantonieri: - del nonno - del padre - il suo)


“Le tre generazioni di cantoniere”

(La rima di oggi...)


Voglio dirvi ancora qualcosa a riguardo del cantoniere,
lo faccio con piacere perché è stato il mio mestiere.

Prima di me, l’ hanno fatto i miei antenati,
sempre bene si sono comportati.

Mio nonno, Giuseppe Ciardullo, ha fatto prima il cantoniere comunale,
in seguito passò con la provincia e per tanti anni fece quello provinciale.

Nel passato, al posto del padre, un figlio veniva agevolato,
fu così che a mio padre Giovanni, il posto di cantoniere gli fu dato.

Io ero ancora ragazzino,
mio padre mi portava con lui per stargli vicino.

Morì giovane, sarà stato il suo destino,
il suo posto lo prese mio fratello Peppino.

Rimasti orfani, ancora minorenni, la Provincia volle premiare questo casato,
dando il posto di cantoniere anche al fratello Ciccio, perché contenti del passato.

Io, Eugenio, per seguire le orme di tutti i miei del passato,
feci un concorso alla Provincia nel ’60, lo vinsi e cantoniere fui nominato.

Lo feci per ben 28 anni di filato, adesso sono anch’io del passato;
io sono stato fortunato, perché dalla Provincia sono stato premiato.

La medaglia a me è stata data, però è anche merito di tutto il mio casato;
ho scritto ad altre parti, del mestiere, l’encomio includeva i Ciardullo cantonieri.

Di mio nonno Giuseppe, ancora conservo il suo fregio di “guardia provinciale”,
allora si chiamava così, poi cantoniere, ma lo stesso provinciale.

Anche di mio padre, conservo il fregio del berretto,
per un suo ricordo e per rispetto.

Di fregio ho anche il mio per altre ragioni,
per testimoniare le tre generazioni.

Con la medaglia che a te abbiamo dato, (così disse il consigliere)
Sarà contento tutto il tuo casato.

Mi emozionai, avevo le lacrime agli occhi, ma sorridente,
ha battuto le mani ogni presente.

Mi mise la mano sulla spalla, il consigliere,
e disse: “sei stato un bravo cantoniere”.

La medaglia mi fu consegnata,
il casato dei Ciardullo è stato premiato.

Tutto ciò che ho scritto, risulta documentato,
lo dico per non essere criticato.

A parte le battute, ciò che scrivo è verità,
se tu sei un po’ scettico, te ne puoi “assicurà”.

Non lo dico a tutti quanti,
ma a chi critica, che sono in tanti.

Se dalla Provincia sono stato premiato,
ciò vuol dire che me lo sono meritato.

Il casato dei Ciardullo ci ricorda un bel mestiere,
per tre generazioni hanno fatto alla Provincia “il Cantoniere”.


Tessano : 21 luglio 2000

domenica 6 aprile 2008

TESSANO E LE SUE ORIGINI REMOTE

“Tessano e le sue origini remote”
(Rima su Tessano, le sue origini e la sua festa...)


La storia di Tessano è antica e interessante,
per chi non la conosce, vi accenno qualcosa delle tante.

È di origine famosa, nel 977 d.C. fu fondato,
era un paese molto grande, nel lontano suo passato.

Rovinosi eventi sismici dal 1638, lo ridussero piccolino e fu distrutto,
a testimoniare lo dimostrano le otto chiese in parte esistenti, esposte ai quattro venti.

Le contrade del paese hanno il nome delle chiese tutte quante,
ancora oggi nel duemila, ci ricordano le chiese messe in fila.

Non dico una bugia, allora c’era tanta fede in Dio,
la gente era presente in ogni funzione, perché sentiva la vera religione.

Tessano fu patria di Pasquale Rossi, storia antica e bella,
in via Serra c’era il monastero delle Cappuccinelle.

Dei casali del Mango ne faceva parte Serra e Pulsano,
dall’ identificazione di Taisia, ai nostri giorni nella storia di Tessano.

Fu anche patria degli scalpellini e muratori,
maestri apprezzati per tutti i loro lavori.

In tutte le case del paese il baco da seta si allevava,
così anche la donna qualcosa guadagnava.

Tessano su due costoni rocciosi fu fabbricato,
lambito dalle valli del Fredizzo e del Busento è sistemato.

Il Fredizzo è un torrente che va al Iassa e poi nel Crati,
nasce a Dipignano molto scosceso con boschi fitti ai lati.

Nel Busento la storia dice, che un grande guerriero fu seppellito,
con tutti i suoi tesori nel letto del fiume, fu sepolto il re Alarico.

Nel tratto delle Vadue tanti e tanti hanno scavato,
il Busento in quel tratto è stato rivoltato, ma il tesoro non è mai stato trovato.

La storia di Tessano merita di essere raccontata sul serio,
in onore del nostro Patrono e Protettore San Francesco Saverio.

La sua festa si fa nell’ultima domenica d’agosto,
la gente viene da tutti i dintorni e da ogni posto.


Tessano, dai tempi dei saraceni, è di origini remote,
le sue impronte le distrussero i vari terremoti.

Ancora oggi, le sue otto chiese in parte ancora funzionanti,
portano il nome delle contrade, è la verità lo sanno tutti quanti.

Santa Maria, ex parrocchia di Tessano, più volte ristrutturata,
un po’ malandata, dai terreni o feudo Valentini era circondata.

Contrada Sant’Andrea, la sua chiesa, distrutta, inesistente,
tempo fa c’era un frantoio, (o trappito) con le mole che le tiravano le giumente.

Il terreno circostante, tutt’oggi feudo Coscarella,
anche San Vito ne fa parte, ne esiste ancora una piccola cappella.

San Mauro, più volte ristrutturata, ci ricorda padre Paolino sacerdote,
per circa 40 anni, a Tessano, lui è stato, ha costruito e lavorato.

San Rocco fu demolito per costruirci la casa parrocchiale,
i lavori furono eseguiti sotto la direzione di padre Paolino Miale.

San Sebastiano, la sua chiesa dal terremoto fu distrutta ed è crollata,
dentro le sue mura diroccate, esiste una piccola cappella ristrutturata.

San Nicola, la sua contrada è un po’ più in alto, la sua chiesa ormai inesistente,
da lassù Tessano si vede in lontananza, ed anche il panorama di Cosenza.

Poi c’è San Francesco Saverio, da secoli Protettore di Tessano,
le cui principali vie, sono via Serra e via Pulsano.

La sua festa è l’ultima domenica d’agosto, sempre più importante,
i nostri nonni la chiamavano la festa dei giochi più interessante.

La festa è diretta da un comitato, dura una settimana intera,
la gente dei dintorni viene numerosa, un tempo si faceva anche la fiera.

I giochi sono tanti: torneo di briscola ad eliminazione,
il primo premio viene vinto dalla coppia campione.

Gara delle bocce, del “tiro alla fune”, del “limone in tinozza” con acqua galleggiante,
“corsa del sacco”, le “pignate”, la “frissura”, e gara dei “maccheroni interessante”.

Gara del “gallo seppellito” in una buca con la testa fuori,
c’era anche la “‘ntinna”, o albero della cuccagna, con i suoi odori.

Il giro del paese, con “gran cassa e tamburi”, del “ballo del cavallo”,
da secoli tradizionale, in parecchi punti si offre vino con taralli.

Sagra del “culluriallu”, “tubettini”, “cucuzza longa” famosa di Tessano,
la coppa del torneo di calcio tra Serra e Pulsano.


La musica che accompagna quasi tutte le sere, i giochi,
orchestra di venerdì, sabato e domenica, e d’artificio anche i fuochi.

Domenica Messa solenne e pomeriggio processione per la via,
accompagnata dalla banda musicale, poi orchestra e infine lotteria.




Tessano : Luglio 2000

sabato 5 aprile 2008

PREGHERANNO PER ME

“Pregheranno per me”
(Dedicata ai personaggi del passato...)


Se mi son dedicato a scrivere, non l’ ho fatto per una sola ragione,
innanzi tutto per la salute della mente ed anche per passione.

Le frasi con la rima le scrivo facilmente,
è un dono di natura e piacciono alla gente.

Lo trovo un passatempo, ora che sono in pensione,
invece di giocare a carte, anche se tu non mi dai ragione.

La mia cultura è limitata, faccio ciò che posso fare,
scrivo cose che ricordo, sfruttando la mia quinta elementare.

Mi piace ricordare la gente del passato,
erano persone come noi, questo mondo hanno lasciato.

Anche noi lo lasceremo, questo è certo e sicuro,
ma vorremmo essere ricordati, da chi vive nel futuro.

Ogni tanto vai al cimitero per ricordare un tuo parente,
questo lo fanno quasi tutti, così il tuo caro ti ritorna in mente.

Non lo devi fare una volta all’anno, ma tutti i santi giorni,
nelle preghiere del mattino, così il tuo caro ti sarà sempre vicino.

Quando tu non ci sarai più, ci sarà qualcuno a ricordarti,
ti farà piacere certamente, essere ricordato dalla gente.

Ricordare i tuoi antenati è un tuo dovere sacrosanto,
solo il 2 novembre non basta, quando vai al camposanto.

I tuoi cari del passato, prima di te hanno vissuto,
sacrifici hanno fatto per te, la tua preghiera gli sarà d’aiuto.

L’accetteranno con piacere, se gli raccomandi le tue preghiere,
pregheranno anche loro il Signore, certamente in tuo favore.

Mediocre è la mia cultura, non sono un “genio” di bravura,
con le rime me la cavo facilmente, sono soddisfatto, perché piacciono alla gente.

A chi critica non ci bado,
ho la testa sulle spalle, “in pallone non ci vado”.

Ciò che scrivo e faccio, lo faccio sempre a fin di bene,
ai personaggi che ricordo, pregare per me il Signore gli conviene.

Anche se Tessano è un piccolo paese,
io sono fiero di essere Tessanese.

Ciò che ho scritto, l’ ho scritto con amore,
accogli ogni personaggio nel Tuo Regno o mio Signore.

Eugenio Ciardullo è un tuo servo peccatore,
perdonalo di ogni suo peccato, ascoltalo o Signore.



Tessano : Gennaio 2000

venerdì 4 aprile 2008

LA FIDUCIA

"La Fiducia"
(Rima scritta nel 2001 e dedicata al sottoscritto: 1° nipote)

Fidarsi ciecamente di una persona, vuol dire averla conosciuta da tempo buona.
Quello che voglio dire non è particolarità, ma in questa persona, c’è solo la bontà.
È difficile trovare una persona di fiducia, con assieme la bontà, una vera rarità.
Io ho avuto questa fortuna di trovarla, non so se posso dire di meritarla.
Di questa persona posso solo dire di non sbagliarmi, sono sicuro al 100% di fidarmi.
Lui conosce di me ogni segreto, come leggere in un libro stampato e l’alfabeto.
Di lui ho fiducia completa veramente, chi l’ha conosciuta mi darà ragione certamente.
Non per caso è nato il giorno del Signore, il 3 maggio, e conosce il suo valore.
La sua bontà oltrepassa l’immaginazione, se lo conoscerai mi darai ragione.
I suoi amici, della sua bontà sono gelosi, i genitori ne sono orgogliosi.
Per aiutare il prossimo si fa in quattro per davvero, un ragazzo buono e sincero.
I suoi genitori sono da lodare, buoni, onesti e bravi, ma lui li vuole superare.
Per descriverlo non trovo le parole adatte, il Signore sa quale sono quelle esatte.
Da quando era piccolino, con i nonni, Eugenio e Raffaella voleva stargli sempre vicino.
Ecco perché lo conosco così bene, con suo nonno Eugenio è stato sempre assieme.
Ogni lavoretto che facevo lui aveva l’istinto di imparare,
a me faceva piacere lo incoraggiavo e lo lasciavo fare.
Veniva con me sulla strada a farmi compagnia e tagliava l’erbetta,
lui tutto contento quando al ritorno gli facevo guidare la lambretta.
A scuola è sempre andato bene veramente, andava d’accordo con tutta la gente.
Chi lo conosce sa che sto parlando di Michele, il nipote di Eugenio il cantoniere.
Un nipote come lui non lo ha avuto mai nessuno, dall’anno zero al 2001.
Ciò che di lui ho scritto non è esagerato, chiunque l’ha conosciuto lo ha ammirato.
Se volete sapere qualcosa del sottoscritto, domandate a Michele ne ha ogni diritto.
Rispondere e parlare di suo nonno, lui avrà sempre piacere,
anche perché sa ogni cosa del nonno Eugenio il cantoniere.
Anche quando io non ci sarò più, e di me vorresti sapere, chiedilo a lui anche tu.
Per descrivere i suoi pregi e la sua bontà, di pagine c’e ne vorrebbero in quantità.
Non è possibile trovare un ragazzo come Michele, con un carattere dolce come il miele.
Tu che leggi queste frasi che il nonno Eugenio gli ha voluto dedicare,
non crederti che l’ho fatto per lodarlo, ho scritto ciò che ha saputo dimostrare.
Cerca di conoscerlo da vicino, tutto ciò che ho scritto è pane al pane e vino al vino.
Avere un nipote come Michele nel 2001, cosa unica, come lui non c’è nessuno.
Di tutto ciò che ho scritto dalla A fino alla Z, è Michele a farmi raggiungere la meta.
Il mio collaboratore lui è sempre stato, di ogni frase del presente e del passato.
Col computer è un campione, tutto ciò che scrivo deve essere registrato,
lo ha detto lui: “Stai tranquillo, ogni frase sarà da me memorizzata.
Sarà un buon ricordo di mio nonno il cantoniere, a ogni mio caro farà certo piacere”.
È nato un giorno ricordato, il suo compleanno il 3 maggio non sarà mai dimenticato.
Quando lo penso e ne parlo mi sorride il cuore, proteggilo sempre, ascoltami oh Signore.
Quando il Signore mi chiamerà, in lui la mia vita vorrei, che essa vivrà.
Si deve riconoscere, il suo carattere è particolare, lo ripeto non è particolarità è lui che si fa amare.
Ho messo da parte tutti gli altri miei più cari, sicuro che mi daranno ragione tutti i familiari.
Ogni persona cara a me e a Michele non se la prenderà,
se il nonno di questo nipote ha detto la pura verità.
Comunque chiedo scusa a chi si sente offeso e trascurato,
ho scritto ciò che credo sia la verità, perdonami oh Signore se ho mancato.


Tessano : Anno 2001

giovedì 3 aprile 2008

QUANDO IO NON CI SARO'

"Quando io non ci sarò"
(Scritta pochi mesi prima, nell'anno in cui ci ha poi lasciati...)

Quando io non ci saro più, mi ricorderai certo anche tu.
Specialmente se hai ascoltato parte di ciò che ho scritto,
ascoltare tutto il resto si può dire che è anche un tuo diritto.
Anche se io non ci sarò, lo potrai fare, chiedendolo a mio nipote Michele che te lo farà ascoltare.
A lui gli affido tutte le mie rime che ho lasciato, sia del presente che del passato.
Specialmente se sei di Tessano, ne sarò contento, perché sei un mio paesano.
Se ascolti nomi a te sconosciuti, sono di Tessano e prima di te hanno vissuto.
Possono essere anche tuoi parenti, che Ciardullo il Cantoniere ha tenuto presenti.
Per ciò non ti chiedo di ringraziarmi, ma se ascolti potrai accontentarmi.
Ricordati di avere sempre fede in Dio, dall’Altro Mondo ne sarò felice anch’io.
Qualsiasi sia il suo mestiere, te lo ricorda Eugenio Ciardullo che fece il Cantoniere.
Io al Signore l’ho sempre ringraziato, per la salute e tutto ciò che ho posseduto.
Sono stato fin da piccolo un Suo seguace, ne sono fiero e non mi dispiace.
La Domenica a Messa non ho mancato quasi mai, chiedilo e lo saprai.
Anche tu, te lo consiglio, lo devi fare, se nell’aiuto di Dio vorrai sperare.
Per divertirti di tempo ne hai in abbondanza, la Santa Messa per te sarà una speranza.
Con gli amici e con il prossimo, sii leale, nella vita è importante, è tutto ciò che vale.
Ciò che ti raccomando, non prenderla alla leggera, mattina e sera di la tua preghiera.
Sono in piena facoltà di intendere e di volere,
se fai ciò che ti dico, per te e per me sarà certo un piacere.
Con queste poche frasi semplici, ma in rima consigliate,
se tu mi ascolterai non te ne pentirai, io te l’ho ricordate.
Se mi vuoi ringraziare, fallo, dimmi delle preghiere,
sono le cose più belle che accetta, Eugenio Ciardullo detto il Cantoniere.
Se la tua vita è stata di bontà, di esempio e di modello,
quando da Gesù sarai giudicato, troverà leggero il tuo fardello.
Se le mie frasi sei venuto ad ascoltare, per curiosità o per criticare,
devi sapere che ascolti frasi semplici, scritte da uno che aveva solo la quinta elementare.
Ogni essere umano della terra, che è stato creato, è Dio che lo ha voluto.
Sulla Terra c’è chi ci sa stare, ma c’è anche chi non è degno di restare.
Se quando non ci sarò più, un suffragio mi vorrai mandare, la tua coscienza devi interrogare;
se credi che il suffragio è meritato, fallo, il Ciardullo amava quelli del passato.
Ma se pensi che ero maligno, bugiardo, disonesto e imbroglione,
il tuo suffragio non mandarlo, anch’io ti darò ragione.
Questo lo dico ai miei parenti, voletevi bene, se mi volete immaginare sorridente.
L’orgoglio buttatelo nella fogna, perdona anche se non è meritato, non è vergogna.
Non litigate se dovete dividere qualcosa, chiudete un occhio con la persona bisognosa.
Ricordatevi che i soldi non danno la felicità, non è degno di questa mondo, tu lo sai già.
Perciò se è la salute che desiderate, ve la può dare solo il Signore se la meritate.
Per meritarla si debbono avere tante qualità, ma basterebbe una sola : la bontà.
Anche se io queste cose le suggerisco con tanto ardore,
non posso scagliare la prima pietra, sono anch’io un peccatore.
A che serve possedere il mondo intero, possedendolo, poi lo devi lasciare, questo è vero.
Mai nessuno ha potuto comprare la morte, questa bussa a tutte le porte.
Può arrivare sia di giorno che di notte, e non guarda in faccia a nessuno;
può bussare a tutte le ore, anche quest’anno, nel duemila e uno.
Per trovarti non ha bisogno ne del poliziotto e ne del carabiniere,
quando è l’ora arriva, te lo assicura Eugenio Ciardullo il Cantoniere.


Tessano : Anno 2001

PER IL CRITICO

“Per il critico”
(Per tutti coloro che vogliono solo trovare qualche difetto)


Se tu sei uno di quelli abituati a criticare,
nota bene, io ho fatto solo la quinta elementare.
Criticare è troppo facile, per fare, invece, lo devi dimostrare.
Perciò se ti senti più intelligente, dimostralo con la mente.
Il pelo nell’uovo lo puoi anche trovare, ma è facile sbagliare.
La pagliuzza nell’occhio degli altri per te è facile trovare,
ma se ti guardi nello specchio, nel tuo occhio c’è una trave colossale.
Sappi che per fare il critico, ci vuole tanta intelligenza,
perciò se questa non ce l’ hai, ti conviene rinunciare, allora cosa fai ? ….
Vai trovando lo sbaglio a ogni scritto,
quando te ne accorgi, meglio stare zitto.
Se è l’invidia che te lo fa fare, ti consiglio, lascia stare;
l’invidia mettila da parte, se di tumore non ti vorrai ammalare.
Al buon intenditore, gli dico, non ti ammalare anche col cuore.
Di chi critica non ho paura, perché non dimostra tanta bravura.
Chi l’ascolta sa che ciò che dice non sono cose veritiere,
è sbagliato criticare il Ciardullo Cantoniere.


Tessano : Giugno 2000

PREMESSA

“PREMESSA”
(Scritta nel 2000 come introduzione a tutte le sue rime)



È mio dovere scusarmi se ci saranno errori, li fa anche il prete senza aver timori.
Errori di stampa o di ortografia che ho potuto fare, con la mia quinta elementare.
Chiedo scusa a tutte le persone e al loro “parentato”,
dei personaggi che ho menzionato, sia del presente che del passato.
Se a volte ho mischiato l’italiano con il dialetto,
aspettate a criticare, l’ ho fatto per la rima, non trovateci il difetto.
Mi è sempre piaciuto leggere e scrivere continuamente,
il tempo libero l’ ho passato così, un hobby è stato certamente.
Scrivere frasi con le rime per me è stata una passione,
ho sfruttato il mio dono di natura, ma non sono un Genio di bravura.
Sono nato un giorno ricordato, il 21 Luglio del “23, sono anch’io del passato,
faceva molto caldo, perché entrava il sol leone,
tempo di ferie e di vacanze sulle spiagge, ognuno stava sotto l’ombrellone.
Ringrazio mio nipote Michele per la sua collaborazione,
gli voglio tanto bene, è un ragazzo d’oro, al computer è un vero campione.
Se mi firmo sempre: Eugenio Ciardullo il “Cantoniere”,
c’è una valida ragione, non lo faccio per far sapere il mio mestiere.
Siamo in tre a chiamarci uguali nel comune di Dipignano,
due residenti a Tessano, un altro che abita a Laurignano.
Da quando sono nato, fino a questa data del duemila,
di errori ne sono capitati, se ne potrebbe fare una lunga fila.
Tu forse non ci credi quanti hanno sbagliato, lo so io che ci sono capitato.
Perciò con la mia firma continuerò includendo il mio mestiere,
lo suggerisco a chi mi vuole e a chi mi cerca di chiedere del “Cantoniere”.



Tessano : ANNO 2000


Firmato: Eugenio Ciardullo il Cantoniere

INTRODUZIONE - (By Michele)

Benvenuti a tutti su questo Blog sperimentale... dedicato alla memoria di mio nonno Eugenio, conosciuto da tutti come
"Il Cantoniere"...

Come omaggio ho voluto creare questo Blog per permettere a tutti i suoi parenti, agli amici o a quant'altri vorranno, di poter leggere, e magari apprezzare, o solo curiosare, le sue "tanto amate rime"....

(Auguro a tutti il benvenuto e spero possiate apprezzare questo lavoro)

..... ..... BUONA LETTURA ..... .....


PS. -
Naturalmente per rendere più interessante il Blog, le varie rime e poesie saranno postate man mano (nei diversi giorni - probabilmente con cadenza più o meno settimanale) e non tutte insieme...

Inoltre tutti i POST o le parti di essi scritte in grassetto colorati sono i miei commenti personali...

(Vi ricordo che clickando su "commenti" si può lasciare un commento ad ogni POST (Rima-Poesia) - ... inoltre vi prego di farvi riconoscere lasciando una firma ... GRAZIE)

Ciao a tutti ... MICHELE